L’edificio termale venne alla luce nel 1964 durante l’asportazione delle macerie della chiesa di S. Rocco, distrutta da un bombardamento aereo nel 1964. La chiesa era stata costruita nel 1503, poi ridotta in cattivo stato, fu restaurata ed ampliata nel corso del XIX sec. L’area fu subito oggetto di uno scavo parziale curato dalla sopraintendenza alle antichità di Roma. L’edificio romano sorgeva subito fuori la città antica lungo una strada di raccordo tra il decumanus maximus (strada principale) e il ramo esterno della via Appia. In esso furono individuate varie fasi, dalla prima età imperiale (fine I sec. a.C.) al IV sec d.C. quando fu realizzato un mosaico a tessere bianche e nere in parte ancora in situ. A causa della ristrettezza dell’area in cui è stato compiuto lo scavo, che ha comunque reso possibile l’individuazione del calidarium (bagno caldo) e del tepidarium (bagno tiepido), non è facile capire se l’impianto messo in luce apparteneva ad un balneum vero e proprio oppure ad una villa suburbana. Tuttavia le piccole dimensioni degli ambienti e il fatto che i marmi usati, rinvenuti durante lo scavo, sono tutti di grande qualità e provengono da cave private, fa pensare che si tratta di terme appartenenti ad una importante villa imperiale.